Gioielli come multipli
05
Set

Gioielli come multipli

NUOVE VISIONI SMART MANUFACTURING DESIGN ORIENTED – CASO STUDIO “GIOIELLI COME MULTIPLI”

di Chiara Scarpitti - Phd Design and Innovation, Second University of Studies of Naples, Naples, Italy
Green Design, Materials and Manufacturing Processes. Taylor &Francis London 2013

Sintesi
Si profila un avanzamento tecnologico umanizzato. All'utent-centered-design si sostituisce il concetto di human-centered-design. Processi tecnologici differenti per tecniche, stili, filosofie, visioni trasformano le geografie produttive dei luoghi e mettono l'uomo al centro di un nuovo approccio progettuale. Il territorio si puntella di una costellazione di eccellenze locali che creano sinergie inaspettate e vincenti, mentre si aprono nuovi mercati per micro nicchie internazionali di prodotto altamente specializzate. La produzione è conseguenza ultima di un modo di pensare. Appare una nuova figura di “designer-pensatore” che accoglie queste nuove esigenze attraverso una non facile operazione di messa a sistema dell'intero processo produttivo. Punto nodale del processo è la possibilità di influire, attraverso il progetto, sull'innovazione di prodotto, accedendo alle nuove possibilità produttive, rielaborando il concetto di smart manifacturing. *** La crisi produttiva come sfida progettuale Attraversiamo una fase di transizione. In un contesto frammentato quale lo scenario contemporaneo, dove la modernità è chiamata di volta in volta debole, liquida, pulviscolare, il mondo della produzione di design può e deve essere ripensato in maniera intelligente, più flessibile e rispondente alla realtà contingente. Disintegrati dall'attuale crisi economica tutti i vecchi punti di riferimento, viene a scomporsi l'ormai obsoleto mega sistema di valori. Se la pista non è più tracciata bisogna imparare a camminare al di fuori della stessa, parallelamente, sfidando il rischio, ma col vantaggio di essere primi nell'attualizzazione dei paradigmi della società che via via viene formandosi. In questo senso una crisi sistemica ormai permanente può configurarsi come straordinaria occasione di crescita culturale e riconfigurazione dei territori. Ne “Il sistema degli oggetti” di Baudrillard lo statuto ufficiale dell'oggetto è costituito dalla contrapposizione tra oggetto unico (realtà trascendente) e oggetto riprodotto (realtà immanente). Gli attuali cambiamenti nel modo di produrre hanno di fatto unito questi due piani produttivi. Tutto è contemporaneamente modello puro e riproduzione di se stesso. Ci troviamo di fronte ad una società fatta di “originali”, pezzi unici. In un contesto cosi mutato, le nozioni di Design Industriale e di Design Artigianale vanno ricontestualizzate. Se il XX secolo era l'epoca d'oro degli oggetti (A. Branzi, 2000), come si configura il secolo attuale? Quali sono le nuove modalità attraverso cui l'uomo trasforma il mondo e lo plasma? La moltiplicazione inarrestabile degli oggetti, delle informazioni, delle sollecitazioni sensoriali fa sì che l'uomo di oggi si trovi in una situazione nuova, soprattutto da un punto di vista comunicativo. A questo proposito Dorfles usa l'efficace espressione “horror pleni”, con l'intento di sottolineare il concetto di ripulsa, di rifiuto, di orrore per una iperproduzione fino a sé stessa, senza anima nè significato. “Ciò che sta accadendo nella nostra società e nella nostra economia è che noi inseriamo informazioni nelle macchine automatiche in modo che esse sputino fuori ciarpame in quantità enormi e ad un costo irrisorio”. (Vilém Flusser, 2007) Altra immagine significativa di questo cambiamento è la copertina dell'Economist (aprile 2012) che raffigura un uomo che progetta e produce direttamente col computer, in maniera autonoma, comodamente seduto a casa. In maniera disinvolta il design esplora i campi dell'informazione, del sociale, delle nuove economie e assume ancora una volta il ruolo di disciplina critica capace di accendere il dibattito internazionale.“Grazie al ruolo di primo piano dell'informazione, progettare oggetti, al giorno d'oggi, non è molto diverso dal progettare sistemi interagenti, comunicativi… Se la prospettiva è quella di un progressivo assottigliarsi della materialità del mondo, anche la produzione degli oggetti invaderà i campi dell'immateriale e della comunicazione” (Maldonado,2008). La composizione tecnico-estetica degli artefatti si fa modello metaforico di ricomposizione sociale e politica del mondo. Il cambiamento che s'intravede all'orizzonte annuncia una trasformazione dei processi di produzione sia materiale che immateriale.

“Una nuova cultura”
Alla luce di queste riflessioni necessariamente il disegno industriale deve farsi propulsore di un processo di modernizzazione produttiva che mette l'uomo al centro del pensiero progettuale, attraverso un profondo percorso di conoscenze transdisciplinari. Questo nuovo modo di fare design apre le porte ad una “nuova forma di cultura” (Flusser, 2010) che miscela sapientemente discipline di pensiero umanistiche, come ad esempio la filosofia, l'estetica, l'antropologia insieme a discipline scientifiche come ad esempio l'ingegneria dei materiali e delle macchine. Alla vecchia industria creativa se ne profila una nuova, “più sofisticata e complessa che corrisponde ai cosiddetti bisogni più” (Restany, 1990): un'industria che ibrida arte, scienza, natura, poesia attraverso un approccio tutto umanistico, tipico della nostra cultura mediterranea. La nuova industria smart produce pensiero, conoscenza e indaga la dimensione esistenziale dell'uomo, attraverso un approccio di tipo antropologico. I prodotti del suo lavoro sono dispositivi di riflessione per un futuro migliore. Il focus progettuale della contemporaneità si sposta da un Design non più del Prodotto ma bensì dei Processi e a una riconfigurazione del ruolo di fabbrica come il luogo deputato alla preparazione di tali processi. Urge la necessità di indagare in maniera nuova i concetti di serialità - produzione - processo – designer – utente. Ai nuovi materiali e tecnologie si aggiunge un nuovo modo di pensare il sistema produttivo, nei rapporti tra le persone, nei luoghi, nei tempi. Dall'incontro tra designers, eccellenze manifatturiere e utenti nascono processi ibridi e trasferimenti tecnologici, in alcuni casi fortuiti e non sempre secondo protocolli metodologici programmati. Non esiste una prassi metodologica assoluta. Solo una libertà d'azione transdisciplinare può essere in grado di generare un avanzamento di una certa entità culturale, in grado di far riflettere criticamente su quelli che possono essere gli scenari futuri. Un'innovazione di sistema quindi non può che venire fuori da un incontro tra differenti saperi e da un'anarchia sperimentale svincolata da ogni metodologia programmata. Attore chiave di questo nuovo modus operandi è il web 2.0. che permette lo sviluppo di un sistema aperto e aggregante tra utenti, designer e aziende. Le smart manifacturing del futuro, intese come produzioni intelligenti, saranno dei sistema-famiglia aperti. Tali sistemi condivisi hanno un nuovo approccio al tema della serialità e della progettazione collettiva. Siamo di fronte ad un superamento di paradigma.

CASO STUDIO – GIOIELLI COME MULTIPLI
Stato dell'arte del comparto produttivo orafo. L'attuale momento storico denso di rapidi cambiamenti tecnologici e sociali ha trasformato profondamente l'industria manifatturiera del gioiello e il sistema di valori che storicamente si collegava ad essa. In pochi anni lo sviluppo di nuove tecniche produttive, come il taglio chimico, il taglio laser, la prototipazione rapida, la sinterizzazione in materiali ecocompatibili, ha di fatto messo in crisi gli ormai obsoleti modi di produrre, poco aperti ai temi dell'innovazione e dell'ibridazione. La sovrapproduzione degli oggetti e l'estetica globalizzata di fine secolo se da un lato fanno emergere un forte bisogno di personalizzazione del prodotto, dall'altro fanno sentire il bisogno della permanenza e cura dell'oggetto e della sua informatizzazione. Negli ultimi dieci anni con lo sviluppo delle nuove tecnologie digitali si assiste progressivamente ad una disgregazione della produzione industriale che era concentrata in distretti territoriali tipici, come Vicenza e Arezzo, Valenza, Torre del Greco. Le grandi fabbriche orafe chiudono, vendono macchinari e tecnologie in paesi più poveri o delocalizzano la produzione. Solo nel Vicentino si è passati da 1800 unità a poche centinaia di fabbriche medio-piccole. Resistono i brand più legati al sistema moda con una produzione complessivamente poco innovativa, ma supportata da fortissimi investimenti in immagine, rivolta soprattutto ai mercati del lusso nei paesi emergenti.

Un modello innovativo d'impresa collettiva. GIOIELLI COME MULTIPLI è un progetto di ricerca che nasce nel 2011 da un'esigenza culturale da parte dell'AGC - Associazione del Gioiello Contemporaneo - per costruire un ponte con l'ADI – Associazione Disegno Industriale – e con il mondo dell'industria manifatturiera italiana. Focus del progetto è il tema della serialità e dei nuovi sistemi produttivi e l'analisi delle possibilità collaborative tra designers e aziende. Il gruppo di lavoro è coordinato dalla designer Carla Riccoboni, insieme alla collaborazione attiva di varie figure professionali, provenienti dai campi dell'oreficeria, del progetto, del management (Chiara Scarpitti, Eliana Negroni, Maurizio Stagni, Sara Progressi). Il progetto ha interessato molte altre figure del design del gioiello italiano e ha organizzato numerose attività in diverse città italiane, come Bologna, Napoli, Milano, Vicenza, Trieste. Continua a lavorare alla costruzione di relazioni con potenziali partners del mondo imprenditoriale e culturale, con le associazioni, con le università e i centri di formazione. Ha come fine ultimo la promozione di una nuova progettualità, attenta alle nuove tecnologie e ai processi manifatturieri attraverso un lavoro collettivo. Ha fondato un blog-manifesto (http://gioiellicomemultipli.tumblr.com) che sarà lanciato durante la Settimana del Mobile di Milano 2013 e che s'implementerà a mano a mano con lo svolgersi del lavoro. Attualmente il gruppo è impegnato nell'organizzazione di un concorso internazionale sul tema della serialità e della progettazione collettiva sulla base delle nuove tecnologie manifatturiere, che sarà bandito a giugno 2013. Dall'analisi dell'attuale modus operandi dei designers italiani si è evinto l'enorme dispendio di energie e di risorse necessarie per fare ricerca, promuovere e commercializzare i prodotti. Alla luce di tali considerazioni, si è costruito spontaneamente un sistema di lavoro condiviso che ottimizza le risorse esistenti e crea nuove occasioni di sviluppo e confronto sempre aperte alle trasformazioni della realtà. Attore chiave del processo è il web 2.0. che ha reso possibile l'elaborazione di un manifesto aperto e aggregante tra designer, aziende manifatturiere e utenti. “La speranza della creatività industriale è quella di realizzare serie ridotte destinate a minoranze economiche e culturali: non un cucchiaio per tutti, ma un'infinita serie di cucchiai per soddisfare infinite richieste individuali” (Gaetano Pesce, 2010). Il progetto GIOIELLI COME MULTIPLI non si limita alla progettazione del prodotto e della comunicazione, ma affronta l'intero processo produttivo che comprende la realizzazione, la promozione e il sistema vendita. Tutto è pensato grazie all'uso della rete. Il concetto di produzione seriale, nato dalla prima rivoluzione industriale con la meccanizzazione manifatturiera, muta i suoi principi.

Conclusioni.
GIOIELLI COME MULTIPLI si colloca consapevolmente in questo contesto storico. Su queste basi nascono le linee-guida di un manifesto che coniuga le qualità estetiche e tecniche con un atteggiamento etico che attraversa tutti i passaggi della filiera, dalla scelta dei materiali, alle tecniche rispettose dell'ambiente, dal recupero alla valorizzazione delle memorie collettive, intese come codici, saperi e conoscenze di una determinata area geografica. Il programma per il 2014 lascia aperti i seguenti spunti di riflessione: Quali sono i sistemi manifatturieri innovativi che annullano il rischio enorme di una perdita dei saperi e delle conoscenze tradizionalmente legate al fare manuale? Quali sono le responsabilità etiche del designer di fronte al consumo di energia e ai materiali che i processi produttivi richiedono? Quali sono le nuove forme d'innovazione manifatturiera che includono la creatività sociale? Come le realtà produttive del territorio possono sinergicamente collaborare con le istituzioni culturali e come si possono rendere immediatamente visibili e attive queste collaborazioni?

BIBLIOGRAFIA

- BAUDRILLARD J., Il sistema degli oggetti, Bompiani, Bologna, 2007
- DE FUSCO R., Filosofia del design, Einaudi, Torino, 2012
- DORFLES, La (in)civiltà del rumore, Castelvecchi, Roma, 2008
- FLUSSER V., Filosofia del design, Mondadori, Milano, 2007
- LATOUCHE S., Breve trattato sulla decrescita serena, Bollati Boringhieri, Torino, 2008;
- MALDONADO T., Disegno Industriale, un riesame, Feltrinelli, Milano, 2008
- NUSSBAUM M., Non per profitto, il Mulino, Milano, 2011
- RESTANY P., Arte e Produzione, Arti Grafiche Colombo, Milano, 1990

SITOGRAFIA

- www.gioiellicomemultipli.tumblr.com
- www.agc-it.org
- www.klimt02.net
- www.artjewelryforum.org
- www.adi-design.org
- www.tamtamtamblog.wordpress.com
- www.responsiblejewellery.com
- www.milanosiautoproducedesign.com